Mentre i servizi segreti di mezzo mondo si attaccano alle dorsali e rubano terabyte di conversazioni, nei salotti del web italiano si dibatte dell’accrocco burocratico-informatico creato dal Garante per ottenere il consenso informato del singolo utente all’uso dei cookie di profilazione commerciale. Non male. Siamo sul pezzo.
Per poter curare al meglio un paziente è essenziale che i suoi dati clinici siano condivisi da tutti coloro i quali sono coinvolti nella assistenza sanitaria, dai medici di medicina generale agli specialisti agli infermieri, ne consegue la necessità di porre particolare attenzione alla gestione della privacy, raccogliendo il consenso del paziente - requisito primario del trattamento ed elemento imprescindibile di correttezza e chiarezza nel rapporto col paziente - e procedendo alla conservazione legale dei suoi dati.
Un brevetto recentemente assegnato a Microsoft (data pubblicazione, 21 maggio), testimonia lo sviluppo di una tecnologia applicata ai display in grado di supportare la cosiddetta 'modalità privacy'. Una soluzione adatta all'integrazione in portatili, smartphone e anche monitor destinati all'utilizzo con sistemi desktop.
E' "illecito" inoltrare una mail con informazioni sulla salute e il numero di cellulare della persona che l’ha inviata senza averla prima informata e averne ottenuto il consenso. Lo ha stabilito il Garante della privacy, in un provvedimento con cui ha vietato a due società l'ulteriore trattamento dei dati contenuti in un messaggio di posta elettronica e ha prescritto loro l’adozione di misure per garantire una scrupolosa vigilanza sull’operato del personale che tratta i dati per loro conto o interesse.
Va tutelata la privacy di chi cambia sesso. Diversamente, chi viola il diritto alla riservatezza è chiamato a risarcire i danni morali causati alla persona che ha cambiato identità sessuale. Lo intima la Cassazione,chiedendo di individuare "più efficaci e stringenti misure" soprattutto in un momento in cui "l'incessante progresso tecnologico, il perfezionamento (e la pericolosità) dei mezzi di comunicazione di massa e degli strumenti di raccolta di dati e notizie" ha dato vita a "gravissime aggressioni agli aspetti più intimi della personalità"