Lo studio, presentato nel corso di un recente convegno, ha rivelato che la disponibilità degli italiani a “vendersi”, anzi a “svendersi” online, è molto, molto ampia. Su circa 8 mila azioni richieste a un panel di persone – a cui è stato proposto uno sconto su un prodotto in cambio di una condivisione di informazioni personali – nell’85% dei casi si è ottenuta una risposta positiva. In breve, basta uno sconto del 6% sul prezzo per farsi cedere dati come data di nascita, sesso, provincia di residenza, che vengono percepiti come neutrali, freddi, poco sensibili.