Una banca dati nazionale del Dna, istituita al ministero dell’Interno, per raccogliere i profili genetici di tutti i condannati con un software organizzato su due livelli: il primo impiegato ai fini investigativi a livello nazionale, il secondo per le finalità di collaborazione internazionale di polizia. Con un ritardo di sei anni dalla legge 85/2009, che l’aveva previsto, il database è finalmente pronto al decollo, sull’onda dell’emergenza terrorismo. Il Consiglio dei ministri di oggi ha dato il via libera allo schema di regolamento attuativo dell’articolo 5 della legge, che disciplina le modalità di funzionamento e di organizzazione della banca dati.