Il Jobs Act apre le porte all'uso delle nuove tecnologie per il controllo a distanza dei lavoratori, ma dal Consiglio d'Europa arriva l'altolà con un esplicito divieto ai datori di lavoro di 'spiare' i dipendenti.
E questo non è l'unico limite che le aziende devono rispettare per non interferire nella vita privata di chi lavora per loro. A fissare i paletti entro cui è lecito agire è una raccomandazione del comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, che mira a proteggere la privacy dei lavoratori di fronte ai progressi tecnologici che permettono ai datori di lavoro di raccogliere e conservare ogni tipo di informazione.