Il software Reaserch Kit sviluppato da Apple potrebbe mettere a rischio i dati degli utenti, pertanto è necessario garantire trasparenza nell'uso delle informazioni. Tutto questo viene ribadito da Filomena Polito (presidente di APIHM) in una intervista rilasciata al Corriere delle Comunicazioni (il quotidiano online sull’economia digitale e sull’innovazione).
L’obiettivo del software è semplice: trasformare l’iPhone, diventato per molti un vero e proprio oggetto di “culto”, in un veicolo di ricerca cioè uno strumento di crowdsourcing. L’idea alla base di questo progetto è il coinvolgimento solidale delle persone che, sulla volontà di aiutare in qualche modo la ricerca, forniscono i propri dati. Occorre tuttavia capire di quali dati stiamo parlando, perché in questo modo si cedono informazioni di alto valore economico”, dati sensibili “che potrebbero anche rappresentare la base per un profitto”. Sicuramente questo strumento rappresenta un occasione per lavorare sul miglioramento della salute, sfruttando una tecnologia che è già parte della nostra quotidianità.
Filomena Polito ribadisce un concetto importante: "L’aspetto rilevante dovrebbe essere la trasparenza nell’utilizzo delle informazioni e la reale consapevolezza di ciò in coloro che decidono di rendere disponibili i propri dati di salute; solo in questo caso, infatti, lo scopo diventa davvero nobile e rispettoso dei diritti della persona”.
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